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  • Immagine del redattoreNicole Federici

Il commercio dei vestiti donati

Quando ero piccola, l'inizio della scuola coincideva con una tradizione temuta ancora oggi: il cambio dell'armadio.

Questo processo si traduceva nel trascorrere l'intero weekend cercando di recuperare i vestiti invernali dalla soffitta, selezionando quelli ormai troppo piccoli, pulendo l'armadio e ripescando i vestiti di mia sorella maggiore che ormai erano adatti a me.

Il passo finale consisteva nel mettere tutti i vestiti che non avrei mai più indossato in un grande sacco da portare al cassonetto giallo vicino alla scuola.


donazione vestiti
Ogni anno in Italia vengono raccolti circa 150 milioni di tonnellate di vestiti usati

Immaginavo che il mio piumino sarebbe stato indossato da una bambina di una nazione molto fredda, magari vicina al Polo Nord.

Recentemente, ho scoperto che questo immaginario non corrisponde molto alla realtà e che, dietro il mondo delle donazioni, si nasconde un mercato poco conosciuto, ma di grande importanza.


Ogni anno aumenta sempre di più il quantitativo di vestiti raccolti, complice il fast fashion.

Nonostante siano presenti alcune differenze gestionale, la maggior parte degli indumenti donati segue questo iter:

  1. Selezione: vengono scartati i capi sporchi, spaiati o irrimediabilmente rovinati (nella maggior parte dei casi sono poi inceneriti). Un'ulteriore suddivisione avviene per qualità dell'abbigliamento.

  2. Vendita: le associazioni vendono gli indumenti raccolti ad aziende che si occupano del recupero di vestiti. In questo modo gli enti ricavano delle risorse economiche che possono impiegare per realizzare dei progetti sociali e caritatevoli.

  3. Distribuzione: le aziende che si occupano di raccolta re-inseriscono nel mercato l'abbigliamento. Gli indumenti di alta qualità e in buono stato di conservazione finiscono nel mondo del vintage e del second-hand. Quelli di qualità inferiore vengono esportati, solitamente in Asia e Africa.


Discarica
Il Ghana è uno dei principali importatori di vestiti usati

In sintesi, le associazioni benefiche non operano tramite la distribuzione diretta di abbigliamento, ma attraverso i ricavi della vendita.

Spesso le cifre corrisposte sono decisamente esigue, ad esempio un cappotto in lana può esser acquistato anche per soli 3-4€.


La gestione di questi lotti di abbigliamento, suddivisi per qualità, può risultare decisamente problematica. Mentre alcuni capi sono destinati al mercato del second-hand, altri sono esportati in paesi poveri, dove spesso sono causano danni ambientali e sociali.


In che modo?

La qualità spesso è talmente bassa, che vengono scaricati nell'ambiente.

La vicinanza a mare e fiumi inquina i corsi di acqua da cui dipendono molti villaggi.

Il Ghana è uno dei principali importatori e qui gli indumenti usati sono chiamati "obroni wawu", ovvero "vestiti dei bianchi morti".

Ogni settimana, al mercato di Kantamanto (ad Accra, nella capitale) giungono circa 15 milioni di vestiti usati provenienti da Europa e Stati Uniti.

Circa il 60% viene venduto, il 40% invece è abbandonato. Questo fenomeno è causa di numerose ripercussioni per la flore e faina del luogo, ma anche sulla salute e qualità della vita degli abitanti.


Perchè i vestiti non vengono riciclati?

Il riciclo del tessile è molto complesso. Attualmente non esistono tecnologie in grado di trattare materiali a composizione mista (e questo comprende la maggior parte del fast fashion). Lana e cashmere sono i migliori da riciclare, in quanto efficienti in termini ambientali ed economici. Anche cotone e lino possono essere riciclati, ma il processo è più lungo e meno sostenibile.

Solo l'1% degli abiti usati viene convertito in materia prima tessile riciclata.


In conclusione, dietro al gesto di donare vestiti c'è un mondo intricato e sorprendente, spesso poco conosciuto. I vestiti che mettiamo nel cassonetto giallo non finiscono semplicemente lì: iniziano un viaggio che tocca diverse realtà e solleva importanti questioni ambientali e sociali. Mentre pensiamo di aver completato il ciclo di vita di un indumento donandolo, in realtà inizia un percorso che va dai mercatini vintage fino alle zone più remote del mondo.



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